In un luogo martoriato dalla guerra come l’Ucraina, noi siamo tornati sorridendo: c’è speranza di ricostruire tra le macerie dei palazzi distrutti, c’è speranza nei cuori delle mamme che vedono i propri bambini giocare con i volontari italiani, c’è speranze nell’arrivo della primavera, che sostituirà questo lungo inverno.

Per ora, speriamo. Davanti all’alba che spunta sul mare Nero e illumina una città tormentata ogni giorno dai missili russi, padre Vitaliy pronuncia, con un italiano incerto, «La vita eh, altro giorno!».

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